Vincenzo Vignetti nasce a Campobasso il 15-08-42. Secondo di sei figli, trascorre la sua infanzia a Penne (Pe), paese nativo dei suoi genitori.
Dallo zio Giulio, pittore impressionista, scomparso prematuramente, eredita la vena artistica insieme agli “attrezzi del mestiere”: tele, colori ad olio e pennelli con cui scopre il misterioso fascino della pittura.
Studia all’Istituto d’Arte di Penne dove ha la fortuna di avere come insegnante l’artista Giuseppe Brindisi (cugino di Remo Brindisi). Dello stesso frequenta il “laboratorio domestico” nel pomeriggio, dopo la scuola, e nella stagione estiva, apprendendo così l’arte della scultura e del restauro.
Prima del compimento degli studi, lascia l’Istituto d’Arte ed inizia a lavorare per contribuire al mantenimento della numerosa famiglia.
Nel ’70 si trasferisce a Torino per lavorare in fabbrica. Si sposa ed ha due figli, ma non smette di studiare da autodidatta e soprattutto continua a coltivare il suo talento artistico partecipando a concorsi e gare di “pittura estemporanea”, conseguendo non pochi premi e riconoscimenti.
Ritornato dall’80 nell’amata terra d’Abruzzo, oggi vive a Lanciano e, finalmente in pensione, è libero di dedicarsi anima e corpo alla sua innata passione.
Propone una pittura impressionista con cui rappresenta evocativi paesaggi, traendo spesso ispirazione dalle fotografie che lui stesso scatta. Accostandosi ad un più marcato realismo, riproduce anche nature morte e figure umane, dilettandosi con successo nella raffinata, ma ardua tecnica del ritratto. Con le sue opere olio su tela, usando alternativamente pennello e spatola, dà corpo alle sue emozioni con contrasti di luce e colori caldi e forti.
Nella scultura utilizza indistintamente sia il legno che la pietra della Majella. In legno ripropone i soggetti della scultura classica, ma realizza anche originali rappresentazioni del variegato ed affascinante mondo della natura.
Sul compensato e sul pioppo dà vita con il pirografo a suggestivi paesaggi. Dalla lavorazione delle radici materializza rettili e animali partoriti dalla sua fervida immaginazione. In pietra propone figure sacre e composizioni stilizzate.